Dentro il concerto...

Sono immerso nella musica. Due dei quattro fari posti sopra la regia audio mi regalano un fascio di luce bianca accecante. La gente è attorno, dietro, davanti. Mi arrivano i cori di chi sarebbe dietro a me e che ora vedo in faccia.

Insieme, stiamo cantando "Noi due nel mondo e nell'anima".

Dietro a me, proiettati sui grandi teli ai lati e sullo sfondo del palco, effetti caleidoscopici sono prodotti dagli ormai noti ma pur sempre imprevedibili ed entusiasmanti proiettori luminosi.

I Pooh sono di fronte a me, a poche decine di centrimetri, in mezzo alla passerella che permette questo tuffo nello spettacolo. Roby è al pianoforte, attorno a lui Red, Dodi e Stefano.

Un altro splendido concerto si sta per concludere. Ancora pochi brani, conosco la scaletta, e ci saluteremo (letteralmente). Ma prima godiamoci queste canzoni, i ricordi che evocano e la possibilità di cantare a squarciagola nonostante sia quasi mezzanotte. E perché no, il brivido di essere nello spettacolo. Non più semplici spettatori di fronte a un palco, loro lassù, noi qui. Con la passerella lo spettacolo si sposta al centro della piazza e chi è quasi in prima fila si trova a farne parte, illuminato dai potenti fari, immerso nella musica e nei cori, a pochi centimetri da quei quattro musicisti che tante note felici e parole in cui riconoscersi hanno regalato. Un'emozione che ho vissuto quest'inverno e che sono stato felice di rivivere. Un'emozione che, penso, mi mancherà quando in un futuro concerto questa soluzione scenica verrà abbandonata.

Ma adesso torniamo un po' indietro, per ripercorrere la lunga giornata che mi ha portato qui, ancora una volta assieme ai Pooh, ancora una volta tanto vicino da poter scambiare il consueto sorriso con Facchinetti che ormai mi riconosce da tante sono le volte che mi ha visto sotto il palco nelle esibizioni in zona.

Il concerto del tour estivo di "Amici x sempre", proseguo della fortunata tournee invernale, si è svolto a Vittorio Veneto, cittadina medioevale della provincia di Treviso.

Complice il ritardo con cui la trasferta è stata organizzata e dunque la non sufficiente conoscenza del posto, si decide di partire di buon mattino. Alle 9 e 15 treno da Mestre per Conegliano. Poco meno di un'ora dopo si arriva e si cambia: un trenino anteguerra in 13 minuti ci porta alla grande stazione di Vittorio... due binari, un treno ogni ora se va bene. Vorrei che Mestre avesse una stazione così!

Preso possesso della stanza in un buon hotel a pochi metri dalla stazione (e a un km e mezzo dal luogo del concerto, sigh!) sono appena le 11. C'è tutto il tempo per una passeggiata nella bellissima città, circondata dalle colline e vicina al Cansiglio. Nella direzione opposta rispetto a Ceneda, località ove si sarebbe tenuto lo spettacolo. Rinunciato al tentativo di raggiungerla a piedi (troppo caldo e troppo lontano, avrei imparato la strada al ritorno :-) ) si rientra in hotel per il pranzo, allietato dall'ultimo album dei Pooh (più tardi ho appreso che la famigliola proprietaria del posto è fan dei Pooh!).

Due ore di riposo (ronf ronf) e poi via verso Ceneda, in un taxi vecchiotto ma carino. Alle 16:30 il palco appare lontano dall'essere completato e la piazza è ancora aperta al pubblico. Alle 17, dopo un cocktail, chi mi ha accompagnato (senza troppo interesse per i Pooh, preferendo la gitarella estiva) mi lascia e inizia l'attesa, dominata dal dubbio su dove si potrà entrare una volta chiuso l'accesso alla piazza.

Leggo qualche pagina del libro di Star Trek che mi sono portato e poi via dall'ombra, verso il sole della piazza. Il lavoro sul palco procede e molto del caos visto in precedenza è già scomparso. Piazza Giovanni Paolo I, luogo ove si svolge lo spettacolo, non è grande e le strutture dei Pooh la occupano quasi interamente. Di fronte alla chiesa, inclinato di poco, il palco e la passerella (esattamente al centro). Dalla parte opposta della piazza, vicino ad una fontana, la regia audio e luci con l'enorme mixer ed i quattro fari già citati.

I nove tir con cui i Pooh portano in giro la loro atttrezzatura sono parcheggiati poco fuori dalla piazza. A lato del Duomo si trovano il camion con i gruppi elettrogeni e un carrelllo elevatore, rigorosamente col marchio Pooh, come ogni altra loro cosa, è quasi un tormento :-)

Il palco è molto simile a quello visto quest'inverno. Ai due lati gli amplificatori audio. Sopra, grossi teli bianchi sui quali durante lo spettacolo verranno proiettati gli effetti generati dai proiettori. Un simile telo fa anche da sfondo al palco e tre cerchi bianchi semoventi sono posizionati in cima al palco. Anche su quelli ne vedremo delle belle!

La passerella, allungata rispetto a quella usata al Palaverde in occasione dello spettacolo invernale, arriva a pochi metri dal mixer. Poco prima della fine uno slargo accoglie il pianoforte (in realtà contenente una tastiera) di Facchinetti. Tutt'attorno proiettori "Golden scan" e "Stage Scan".

In piazza la gente può muoversi abbastanza liberamente ma in molti si tengono a distanza dal palco. Mi avvicino, con un po' d'accortezza e stando ben attento a non intralciare il lavoro dei giovani a dorso nudo che prestano le loro fatiche ed il loro sudore per il nostro divertimento. Non so se grazie a queste attenzioni o per il fatto che casualmente sono vestito tutto in blu scuro/nero come i tecnici "senior" del palco, nessuno per un bel po' dice nulla lasciandomi libero di osservare anche da molto vicino il palco, il sottopalco, il piano di Roby ed i favolosi proiettori della Clay Paky (pubblicità voluta e meritata).

Un altro colpo di fortuna è stato l'incontro con dei ragazzi apparentemente esperti del settore audio che conversavano con un tecnico dei suono molto disponibile (non ci giurerei ma credo fosse Dumbo, purtroppo non sono riuscito a leggere il nome sul pass) che avvalendosi di schemi tecnici illustrava loro tutta l'acustica del palco. Quante informazioni tecniche interessanti! Ecco com'è distribuito il suono, dove si sente meglio, com'è configurato il tutto. Beh insomma una scorpacciata di notizie, compresi alcuni dettagli piccanti su incidenti tecnici di percorso e su che cosa crea più probemi di montaggio, ovvero il castello in ferro che costituisce lo scheletro del palco! Da questo tecnico apprendo che, viste le dimensioni della piazza, il canale audio centrale non verrà montato.

Ecco spiegata l'unica riserva che ho avuto sull'altrimenti fantastico sistema audio. Nonostante l'alto volume e la mia vicinanza con le casse di destra (da cui, mancando un parco casse di centro, veniva quasi tutto il suono a me udibile, con un effetto di sbilanciamento abbastanza rilevabile) gli strumenti erano perfettamente distinguibili e per nulla distorti! In canzoni come "Le donne mi hanno detto" dove sax e contrabbasso dominavano era come ascoltare un cd a casa... solo "più alto"!

Passano le ore e finalmente il palco è finito... ed è ora di essere cacciati fuori. Non voglio sfidare la fortuna e appena i responsabili della security chiedono alla gente di andarsene mi accodo. Segue mezz'oretta di incertezza ("chi ha il biglietto può restare" "no, dovete andare tutti li...") ma alla fine, complice l'ora tarda (erano già le 20) e l'impazienza dei presenti, i Pooh rinunciano a prove complete (sarebbero finite troppo tardi, conoscendoli) e ci viene consentito di entrare.

Una corsa. Non importa la fatica. Nulla importa. Il destino della serata si decide in questi secondi. Via, veloce, verso il palco. Conosco la strada. Eccomi! Ho riagguantato lo stesso posto di quest'inverno, nell'angolo interno destro della passerella, vicino al palco (meno dell'altra volta ma è meglio, così potrò vedere bene come suona Roby, l'altra volta parzialmente coperto dalla struttura portante delle sue tre tastiere).

Arrivano le 20, le 21. Sul palco si provano rapidamente luci, fumi e i cerchi che, illuminati dai proiettori, contribuiranno alla coreografia. Quattro chiacchiere con i presenti, qualche scherzo, due parole sul libro che mi son portato (Star Trek primo contatto, per la cronaca). Finalmente alle 21:16 arriva Giovanni Danieli, supporter dei Pooh, che presenta i suoi quattro brani. Abbastanza gradevoli anche se il pubblico, numerosissimo in proporzione alla piazza, aspetta chiaramente Loro.

Salutato Giovanni (per altro ottimo polistrumentista, il suo duetto Violino-Sax con Piero Vallero è sembre bellissimo!) ci siamo. Luci spente. Urla delle ragazze presenti (in seguito mi sono reso conto che più delle casse acustiche facevan male alle orecchie quelle matte, detto in senso buono).

Ci siamo. Fumi. Luci rosse intermittenti. La voce di Roby che ci introduce...

"A volte ci si incontra, ci si assomiglia, si percorre un pezzo di strada assieme..."

Eccoli. Il primo brano è Amici X sempre. Il palco si accende. Lo sfondo con le zebre, le luci intermittenti, i proiettori. E noi. La macchina della musica è partita. Non importa se dopo tante ore hai male ai piedi. Il fastidio c'è ma non te ne frega più niente. Sei in mezzo a migliaia di persone che condividono la una passione, davanti ai tuoi idoli. Si canta. Il resto non conta più. Per due ore e mezza il mondo è via. Per due ore e mezza ci sono le loro canzoni, quelle che adori e anche quelle che ti piacciono un po' meno, tutte da cantare, da rivivere. Tutte a farti ricordare perché ti piacciono. Le canzoni che ti ricordano qualcuno. "Amici X sempre", "Innamorati sempre innamorati mai", "La donna del mio amico", "Noi due nel mondo e nell'anima".

Forse complice la scaletta molto simile a quest'inverno, lo spettacolo è scivolato via anche se l'ho vissuto attimo dopo attimo, applauso dopo applauso e coro dopo coro, sentendo i crescendo intorno e dentro me. "Uomini Soli" e "La donna del mio amico" (brividi collettivi, per il testo e per l'eccezionale voce di Roby!) i brani che hanno scatenato il pubblico nella maniera più assordante. Poi tutti assieme uniti nel coro quasi liturgico di "C'è bisogno di un piccolo aiuto" (ancora accompagnato dal coro Gospel, fortunatamente senza quei cappucci che li facevano assomigliare a fantasmi :-) dove Roby nel finale ci ha di nuovo scossi!

Durante un concerto si crea un qualcosa di strano fra il pubblico. Gente che non conosci applaude, ti da e prende il tempo da te. Se una persona vuole vedere meglio il suo idolo è naturale spostarsi e quasi per un tacito accordo ella poi ti rende il posto. Può anche capitarti un fotografo reclutato per immortalare una ragazza del coro Gospel. Con un cenno ti avverte appena ha finito. Cosa sia non lo so. Fratellanza Poohosa, forse... però c'è ed è veramente bello.

Pooh all'altezza della loro fama hanno suonato e cantato per due ore e mezza proponendo sia canzoni adatte all'ambiente sia momenti di raccoglimento e suoni acustici (grande Dodi in "Diritto d'amare" e Roby ne "Il silenzio della colomba"), pescando molto bene dal loro trentennale repertorio. Degne di nota l'interpretazione "solo voci" di "Innamorati sempre innamorati mai" che ho rivissuto come quest'inverno (con la differenza di un pizzico di già visto, e qui mi sono chiesto se non sarebbe stato meglio provare a cambiare prospettiva, anche rischiando di trovare un posto più lontano. La risposta comunque è stata negativa! :-).

Sempre splendido il medley strumentale in cui Dodi ha sfoggiato una specie di chitarra elettrica organizzata come una tastiera. Non so perché ma "sentivo" che presto o tardi sarebbe successo, pur non avendo mai sauto dell'esistenza di uno strumento simile. Chissà in quanti han riconosciuto il brano che ha suonato :-)

Il concerto si è sviluppato fra canzoni, oltre 35, e brevi intervalli con l'introduzione ai brani e momenti d'ilarità (voluti o meno, come il divertente alterco con un tecnico durante "Dammi solo un minuto": Dodi gli aveva fatto un cenno e due fischi perché tornasse da lui, lui non sentiva e alla fine l'abbiamo richiamato noi a gran voce :-) )

"Noi due nel mondo e nell'anima", "Dammi solo un minuto", "Giulia si sposa", "Tanta voglia di lei", "Nascerò con te"... "Pensiero" e gran finale con "Amici X sempre" che oltre ad aprire, chiude il concerto. "Amici per sempre!" abbiamo cantato e gridato a quei quattro che, per qualsiasi ragione lo facciano (c'è chi dice soldi, chi interesse, chi capacità di fondere parole e musica), da decenni scrivono cose in cui noi, almeno e sicuramente noi qui in piazza Giovanni Paolo I, ci ritroviamo. Amici della loro musica, di ciò che sanno trasmetterci e perché no, della loro simpatia e professionalità.

Un grande spettacolo. Bello e che rivivrei volentieri nonostante la stanchezza. Forse non eccitante come quest'inverno quando tutto era nuovo e pieno di stimoli extra come la diretta tv, la novità dell'essere immerso nel palco, la torta e lo champagne finali ma pur sempre uno spettacolo dei miei artisti preferiti, in cui ho rivissuto molte delle emozioni dell'altra volta (cantare con loro, vicini, vedere il pubblico come lo vedono loro, le stesse luci...), esaltante come tutti i concerti dei Pooh, che da 9 anni seguo, finendo inevitabilmente sotto il palco ad applaudirli e sautarli.

Grazie Red, Roby, Dodi e Stefano, al prossimo anno!

"...fra amici non c'è mai un addio!!!!"

La scaletta

Per concludere la scaletta. La principale variazione rispetto a quest'inverno è lo spostamento di "Fammi fermare il tempo" (giustamente visto che era troppo vicina a "Cercando di te", un altro brano autobiografico di Red), sostituita da "Danza a distanza". La prima va al posto de "Le canzoni di domani" (dopo "L'altra donna", con guadagno grazie ad un cambio di sonorità più soft) e la seconda finisce fra "Uomini soli" e "La donna del mio amico" garantendo un innesto rockettare appropriato fra il celebre brano sanremese e il recente capolavoro della coppia Facchinetti-D'Orazio.

Inizio del concerto: ore 21:46 circa, fine: ore 12:11 circa.

Saluti e benvenuto al concerto da Stefano, Dodi, Roby e Red

Introduzione di Roby a...

Assolo acustico di Dodi

Introduzione di Stefano a...

Medley strumentale:

Introduzione (con coinvolgimento del pubblico) di Dodi a...

Ringraziamenti

Bis parte prima

Bis parte seconda, pubblico scatenato!

Ringraziamenti ai tecnici da Stefano, agli sponsor da Red, qualche parola da Dodi e introduzione scherzosa ai bis da Roby.