Il commento

Un grande spettacolo. I Pooh si sono dimostrati ottimi musicisti oltre che cantanti. Messi da parte per una volta sintetizzatori, campionatori, chitarre elettriche e stregonerie varie, ci hanno regalato quasi tre ore di musica cantata e magistralmente eseguita dal vivo.

Fisarmonica (Roby e Dodi), pianoforte (Roby), chitarre rigorosamente acustiche (Red e Dodi), mandolino (Roby), batteria tubolare, tamburi, xilofono e flauto (Stefano) con in più sprazzi di sax e sassofono a cura di un promettente loro tecnico passato dall'altra parte del palco (bravo e simpatico Piero!).

Le luci erano adeguate all'atmosfera: niente laser o stelle. Semplici fari, gestiti però magistralmente dai tecnici della Xenon.

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Immagine del concerto
Il nostro immenso Roby Facchinetti!

Immagine del concerto
Pooh... in acustico!

Foto di Antonio da Basilea

Anche il palco ben si adattava. Semplice ma sufficientemente grande per consentire un libero movimento dei quattro, possibile anche grazie alla scelta di HeadMicrophones ovvero microfoni-cuffia che funzionano anche da spie di palco. Non una novità, ha iniziato a utilizzarli Madonna nell'87, ma senza dubbio un'ottima soluzione per questo genere di spettacolo.

Una nota sull'atmosfera: la piccola arena costruita per l'estate padovana offriva posti a sedere numerati e abbastanza vicini al palco. Ciò ha permesso l'uso di un volume non eccessivo e dunque una maggior qualità dell'audio. Non ci siamo scatenati, se non per le canzoni storiche. Questo era uno spettacolo da ascoltare e apprezzare più che da urlare.

Mi è piaciuto molto, anche se certe canzoni sono state letterarmente stravolte con nuovi arrangiamenti. Probabilmente per apprezzarle maggiormente dovrei risentirle (e ciò non è escluso considerando che uno degli sponsor era la sempre presente Radio Italia Solo Musica Italiana che potrebbe ritrasmettere lo spettacolo dalle sue frequenze ormai internazionali - invece non avvenne ma l'anno dopo uscì il disco live "Buonanotte ai suonatori", NdA).

Una citazione speciale la merita "Il cielo è blu sopra le nuvole", praticamente trasformata in un brano Jazz e che comunque ha scatenato il pubblico quando Roby è volato fra le ottave per eseguire la parte che gli spettava. Altra grande esecuzione per "Noi due nel mondo e nell'anima": pianoforte e batteria tubolare con un arrangiamento imponente. Splendido l'utilizzo dello xilofono ne "La ragazza con gli occhi di sole" ed entusiasmante l'esecuzione de "La gabbia" (già colonna sonora di uno sceneggiato RAI) in cui si poteva chiaramente vedere l'impegno di Stefano alle campane tubolari.

Un momento di entusiasmo collettivo anche per Alessandra ("Lei mi ha detto poco fa..."... boato della folla!) di li a poco seguita dall'apprezzabile "Giulia si sposa" con contrabbasso e piano.

Uno spettacolo molto valido, dunque. Da seguire e gustare con calma. E' un po' come un buon disco, con in più la possibilità di vedere quattro grandi musicisti all'opera dal vivo.

Un unico piccolo appunto alla scaletta: forse sono stati scelti troppi brani "tranquilli" mentre un po' di movimento in più avrebbe giovato. Ottimo invece il repertorio, con una (giusta, secondo me) preferenza per i grandi successi degli anni '70. Brennero '66, però, non mi sarebbe dispiaciuto...

Come nei tour precedenti non sono mancati divertenti intermezzi in cui uno alla volta Red, Dodi, Roby e Stefano ci hanno tntrattenuti con racconti sulle loro esperienze e curiosità, offrendo anche qualche spunto di riflessione.

A un certo punto Dodi "ha avuto la faccia tosta di cantarci" (sono parole sue!), "La mia croce è lei", oscena prima versione di "Tanta voglia di lei", fortunatamente mai pubblicata.

Gran finale. Tutti in coro, con le luci su noi, a cantare "Uomini soli" e "Pensiero" (completa, finalmente!). Via, in piedi, corsa verso il palco per rubare una stretta di mano od uno sguardo (e così vicino a Roby non ero mai arrivato!) e godere della versione completa di "Ancora tra un anno" eseguita dai quattro con Stefano, Red e Dodi accanto al piano suonato da Roby. Atmosfera a dir poco meravigliosa per un fan.

La magia dei concerti dei Pooh è proprio questa: l'atmosfera magica. Non ho mai trovato persone scortesi. E' sempre possibile scambiare quattro parole con qualcuno. Ridere, scherzare, ricordare altri concerti. Poi inizia lo spettacolo. Tutto il mondo attorno al palco svanisce. Resti tu, restano le persone che hai attorno che cantano... Poi musica,, luci, colori... e quattro amici che da anni ti accompagnano ogni giorno e che in quel momento sono li a suonare per te. Anche per questo non c'è una corsa ossessiva all'autografo. Si va verso il palco per stringere loro la mano, per scambiare uno sguardo. E' questo che conta. Non serve una firma. Quel che possono darti te l'hanno appena regalato.

Grazie Pooh, grazie per donare a tanti di noi (e andando ai concerti si capisce quanti!) emozioni a non finire, nei giorni normali e alle feste.
Come ieri.

Appunti di viaggio

Niente diario questa volta. I posti erano numerati e quindi non ho dovuto affrontare la "grande attesa" (anche se i disgraziati dell'organizzazione ci hanno fatto restar ad aspettare dalle 19 alle 20.45, grrr).

Solo alcune note a margine:

Ok, anche per questa volta è tutto! Arrivederci al prossimo concerto!

La scaletta

Probabilmente questa scaletta è inesatta: i brani dovrebbero esserci tutti ma non credo siano nell'ordine esatto di esecuzione.

Saluti dai quattro

Intermezzo di Dodi con versione originale di "Tanta voglia di lei" ("La mia croce è lei")

Intermezzo di Red

Presentazione del sassofonista

Intermezzo di Roby

Intermezzo di Stefano

Complimenti ai tecnici da parte dei Pooh

Saluti finali ed esecuzione della versione completa di Ancora tra un anno.

Le foto presenti in questa pagina sono state realizzate da Antonio da Basilea durante la tappa del tour a Locarno (Svizzera) il 15 luglio 1994. Ringrazio Antonio per avermene consentito l'uso.