La storia

Già dalle ultime scene avevano iniziato a sentirsi tristi ma adesso che la puntata era davvero finita più di una lacrima scendeva dai loro occhioni blu. Eh sì, Sara e Silvia erano proprio tristi. La serie di cartoni che tanto amavano era terminata. Certo, i due protagonisti avevano scoperto di amarsi, certo la battaglia contro le streghe del male era vinta, ma gli episodi erano finiti davvero e nessuno avrebbe più saputo niente di quel mondo fantastico.

Non c'erano fumetti, non c'erano videocassette o DVD... non c'era nulla! La loro serie del cuore era finita e le bambine, due belle gemelline di otto anni, identiche dai vestitini verde anguria all'espressione, fino al colore degli occhi, sentivano crescere un piccolo dolore nei loro cuoricini.

E si sa, un piccolo dolore diventa veramente grosso quando "i grandi" non lo capiscono e magari ci ridono su! Così Sara e Silvia scoppiarono in un pianto inconsolabile quando la mamma disse loro di spegnere la televisione, ora che avevano guardato i cartoni, e sbrigarsi a fare i compiti "perché sapete che quando torna Paolo mette la radio a tutto volume e poi non riuscite più a concentrarvi".

Sì, perché in quella casa oltre alle due bimbe c'era anche Paolo. Quattordici anni, "uno grande", tutto "moto e compiuter", come dicevano le gemelline, che non si decidevano a imparare che "computer" si scrive senza la "i"! Paolo andava a scuola col motorino, tornava a casa col motorino, aveva solo amici col motorino e quando rientrava si chiudeva in camera per cercare su Internet notizie di Valentino Rossi, il suo campione... col motorino! Che barba! Ecco cosa si ripeterono arrabbiate le due principessine, mentre un'ultima lacrima bagnava il foglio del quaderno a quadretti.

Qualche ora dopo, finiti i compiti, Sara e Silvia erano sedute per terra sulla moquette della loro cameretta cercando di giocare. Avrebbero tanto voluto uscire ma anche il cielo era triste come loro e il cortile era così pieno d'acqua da sembrare una piscina...

"Ma uffaaaaaa perché doveva finire, non è giusto!", gridarono Sara e Silvia a un certo punto. "ahahahahah finalmente quella schifezza è finita! almeno smetterete di parlarne ogni sera a cena che mi sembra di essere all'asilo!".

Hai indovinato chi ha parlato così? Eh sì, proprio Paolo. A quattordici anni si sentiva già grande... si voleva a tutti i costi sentire grande! Fino a pochi mesi prima andava matto per i Pokemon e Dragonball ma dopo aver compiuto quattordici anni, aver ricevuto il motorino e finito la terza media, era cambiato. Per lui i cartoni erano diventati "cose da bambini" e ovviamente derideva a più non posso le sorelline che tanto penavano per quella serie TV.

Attenzione però: mai sottovalutare un cuoricino triste perché se lo si fa arrabbiare poi scoppia... e se i cuoricini sono due l'esplosione è ancora più forte!

"Un'esplosione? Una guerra!" A questo ha sicuramente pensato la mamma di questi bambini quando, al ritorno dalle spese, ha trovato piume dappertutto e qualche piatto rotto: la guerra dei cuscini era scoppiata forte come mai prima di allora e aveva lasciato i suoi segni... come anche lo schiaffo che Sara, Silvia e "Paolo che si sente grande" si erano presi subito dopo. "Adesso rimettete tutto a posto prima che arrivi vostro padre, poi facciamo i conti!" fu l'unica cosa che la mamma disse ai ragazzi.

Pensaci: il male che fa uno schiaffo è poca cosa rispetto al dispiacere che provoca e così, con gli occhioni bagnati, tutti e tre si misero buoni buoni a sistemare casa.

Avrebbero potuto continuare a litigare, incolparsi a vicenda per quello che era successo, ma non lo fecero: erano troppo tristi e umiliati. Alla fine del lavoro, però, a Paolo scappò comunque una frase. Lui era grande, il dispiacere per la punizione si era sciolto prima e aveva lasciato spazio a un po' di rabbia. E così sibilò un "tutta colpa di quel cartone animato di cacca, puah!". Le due bimbe, colpite per l'ennesima volta in quella giornata già triste, riuscirono a stento a ribattere con un "sarà bello il tuo Valentino Rossi che guida una caffettiera, ecco!".

Paolo, compiaciuto per l'occasione di nominare il suo eroe, rispose "se ci fosse il gran premio delle caffettiere lui lo vincerebbe, statene certe!". "Sì sì sì e magari poi batte anche Speedy Gonzales, vero???" risposero Sara e Silvia. "Come no, l'avrà già battuto mille volte!", disse Paolo, pensando che "Gonzales" fosse il cognome di qualche corridore spagnolo e "Speedy" il suo soprannome. Naturalmente questa risposta fece scoppiare in una risata le due bimbe che spernacchiarono a lungo il fratellone.

"Ridete, ridete, dopo cerco su Internet e vi dimostrerò che Valentino questo Gonzales... se lo mangia!".

La mamma sulla porta osservava il dialogo. Credendo che i suoi ragazzi avessero capito la lezione e fatto pace decise di non punirli: "per questa volta non dirò niente a papà", disse loro. Era andata bene e la serata proseguì serenamente. La risata aveva spazzato via tutto il dolore di quei tre curiocini....

Era passata una settimana. Sara e Silvia non pensavano più a quel giorno. Certo, la nostalgia per la loro serie del cuore era tanta ma almeno avevano dimenticato il dispiacere, la lite ed i rimproveri. Erano tornate due bimbe spensierate, capaci di divertirsi ed essere complici come solo i gemelli possono fare. E Sara e Silvia erano due gemelle provette: si scambiavano i vestiti, si comportavano allo stesso modo, erano perfino riuscite a imbrogliare la maestra che aveva interrogato due volte di fila Sara, il genietto della matematica, mentre Silvia, che con i riporti proprio non riusciva a fare amicizia, pregava il buon Gesù bambino perché non le scoprissero.

Un giorno mentre Sara e Silvia giocavano tranquille in cortile con le loro amiche, Paolo si affacciò alla finestra e gridò loro "venite su!!! Ho trovato un sito Internet con il racconto di come Valentino Rossi ha sfidato e battuto Speedy Gonzales!!! E' incredibile, correvano in America dentro un canyon!!! Dai, venite!!!". Le bambine si guardarono stupefatte e convinte che il loro fratello fosse impazzito. Corsero in casa. Fra l'altro non volevano stare un minuto di più fra le loro amichette che, dapprima incredule, ora ridevano a crepapelle di quel "grande" che credeva all'esistenza del topo Speedy Gonzales.

In effetti nè Sara nè Silvia ricordavano di avergli lanciato quella "sfida". Glielo ricordò "bene" Paolo: "avete presente quando la mamma ci ha sgridati per colpa vostra??? Ricordate che cosa mi avete detto? Che Valentino non avrebbe mai battuto Gonzales! Beh, guardate qui!" e mostrò una pagina fitta fitta di parole in inglese. "Speedy Gonzales è un corridore messicano, velocissimo, si fa chiamare 'il topo più veloce del mondo'! Pensate che va anche sui canyon e non lo prende nessuno. Beh Valentino l'ha doppiato... peccato che poi sia caduto giù nel burrone!".

Sara e Silvia erano a bocca aperta. Non riuscivano a capire di cosa parlasse il fratello. Spiegarono a Paolo che "Speedy Gonzales" era un personaggio dei cartoni animati, quel topolino veloce che la faceva sempre ai gatti. Paolo dapprima si arrabbiò molto, poi si mise a ridere: "ma guarda te, su internet si inventano anche le storie impossibili, manca solo che..." e si mise a battere in fretta sui tasti. Qualche decina di clic dopo urlò trionfante: "che bello!!!!!!! Evvai!!!!!!!" E subito si preoccupò di spiegare alle "interessatissime" sorelle che aveva trovato una storia basata sul suo telefilm preferito. Eh sì, perché Paolo "il grande" che detestava i cartoni adesso non si perdeva un episodio di "Friends" ed era anche un po' innamorato di una delle protagoniste. Così, scoprire che poteva leggere nuove storie lo rese davvero felice.

Era incredibile, non ci aveva mai pensato! Fra le tante cose che le persone mettono su Internet c'erano anche delle storie, fatte così bene che leggendole sembrava di vedere la televisione! Anzi, pensandoci era anche meglio: in TV le ambientazioni sono come le ha pensate il regista del telefilm, mentre leggendo si può creare un mondo nuovo con la propria fantasia! Paolo era entusiasta e abbracciò forte le sorelline. Lo avevano preso in giro, ancora ridacchiavano per come era stato sciocco a scambiare "Gonzales" per un corridore, però se non fosse stato per quelle due pesti, come le chiamava affettuosamente nei momenti di serenità, ora non avrebbe potuto leggere le nuove storie di "Friends"!

Sara e Silvia, dopo avere tanto riso, iniziarono a rimuginare su quello che aveva detto il fratello. Gli si avvicinarono e un po' preoccupate, immaginando chissà quale reazione, chiesero se per caso su Internet non ci fossero storie riguardanti quella serie di cartoni che tanto amavano. "Via di qui!!! Devo leggere le storie di Friends, non ho tempo per quelle sciocchezze da bambine!!!", fu la la risposta di Paolo. L'arrivo in casa del padre evitò un'altra rissa e questa volta Sara e Silvia ricevettero un rimprovero immeritato: "lasciate stare vostro fratello, è grande e col computer lui studia, non gioca mica!!!" disse loro il papà. Anche i grandi a volte, parlano senza sapere come stanno le cose.

Ma Paolo non era cattivo ed a quelle bambine voleva tanto bene. Le aveva viste nascere, aveva aiutato la mamma a fare loro il bagnetto, le aveva guardate muovere i primi passi e imparare a dire "mamma", "papà"... "paolo". Erano due pesti ma le adorava!

Così, dopo aver letto tutto quello che aveva trovato su "Friends", zitto zitto quatto quatto, iniziò a cercare qualcosa sulla serie tanto amata dalle sorelline e un giorno, quando le due bimbe rientrarono da scuola, lo trovarono seduto nella loro cameretta ad aspettarle con una proposta.

"Sentite", disse, "a me quella storia su Valentino Rossi e Speedy Gonzales è piaciuta così tanto che vorrei avere un'immagine da appendere qui in camera, però io non so disegnare bene. Perché non lo fate voi che invece siete brave? Vi va di disegnare Valentino che corre contro Speedy Gonzales? Dai!".

"NO!!!!!" urlarono le due bambine. Già sentivano parlare dalla mattina alla sera di quel motociclista, chiedere loro di disegnarlo era una cosa da pazzi! Stranamente Paolo non si arrabbiò, sorrise e mostrò loro un foglio con stampata una storia ambientata nel mondo del loro cartone preferito. Una storia che iniziava esattamente dove finiva la serie! "Allora, la volete disegnare questa caffettiera con le ruote per il vostro fratellone?", scherzò Paolo mentre le sue sorelline, impazzite di gioia, lo stavano riempiendo di abbracci...

FINE

Ehy, senti un po'...

La storia finisce qui, con questi fratelli sereni che hanno scoperto come con la fantasia si può andare oltre ciò che propone la TV. Ma questo non è solo un racconto... le storie di cui si parla esistono davvero, si chiamano "fanfic" e ce ne sono su tutto: film, telefilm e cartoni animati! Se anche tu che stai leggendo hai una serie o un film del cuore, pensa che forse in Internet qualcuno ha fatto vivere nuove avventure ai tuoi personaggi preferiti! Magari le hanno scritte in inglese, ma in questo caso ci sono sempre i fratelli maggiori o mamma e papà per farsi aiutare a capirle.

E se proprio non riesci a trovare niente, perché non ne scrivi una tu? Chissà, potresti fare felici dei bambini come Sara, Silvia e Paolo!

Dedica

Questo racconto è dedicato a Vania, una ragazza portoghese autrice di una fanfic basata sul telefilm "The pretender" ("Jarod il camaleonte"). Grazie di cuore, sei stata grande e hai dato alla storia di Jarod una vera, bellissima, conclusione.

Nota bene: questo racconto è proprietà esclusiva dell'autore. E' vietata la riproduzione e diffusione anche parziale del testo su altri siti web senza previa autorizzazione scritta. Il racconto può essere proposto ai bambini come recita o come semplice lettura in qualsiasi ambito (casa, scuola, centri di sostegno e ricreativi, strutture di solidarietà, ospedali, ecc) purché senza finalità di lucro. Mi farebbe piacere sapere dove e come viene raccontato, quindi scrivetemi!