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Introduzione

L'emulazione da sempre rappresenta un viatico per riutilizzare vecchi sistemi informatici, per lo più caduti in disuso e soppiantati dall'avvento di macchine di nuova generazione, o per riassaporare vecchi classici indimenticati del mondo ludico.
In questo contesto Amiga è sempre stato portato all'emulazione, contando sulle sue doti multitask, su un ambiente operativo (AmigaDOS e WorkBench, la sua "interfaccia grafica") di estrema duttilità e funzionalità e su quell'architettura custom che ha posto questo computer, quanto a "filosofia" hardware, avanti agli altri.
Proprio grazie a queste peculiarità, sin dai suoi esordi, molto tempo prima che si diffondesse via Internet una vera e propria mania per gli emulatori, abbiamo assistito all'uscita di programmi che riproducevano, più o meno fedelmente, gli "8bit" storici ormai giunti, secondo le dure leggi del mercato, sul viale del tramonto.
E' doveroso poi citare, a cavallo tra fine anni '80 e inizio '90, le uscite di applicazioni mirate non solo a celebrare un nostalgico revival: A/Max, uno dei primi emulatori Mac, e l'esordio di PC-Task, che simulava un PC abbastanza evoluto, garantendo, anche se limitatamente, delle finalità utilitaristiche.
In ambito Mac ricordiamo l'Emplant, che consisteva in un costoso abbinamento software/hardware, il cui autore era Jim Drew, creatore poi dei programmi commerciali Fusion (Mac) e PCx (PC).

La storia

La vera rivoluzione avviene però nel Marzo 1995, quando Christan Bauer, uno studente teutonico, sviluppa un programma shareware chiamato ShapeShifter che, contrariamente a Emplant, non aveva bisogno di alcuna modifica hardware o di schede di espansione per funzionare.


Immagine Alcune finestre della versatile ed efficace interfaccia di configurazione di ShapeShifter.

Anzi, traeva uno dei suoi punti vincenti dalla condivisione della CPU, "agevolando" l'emulazione del processore: sia Amiga che Mac usavano la serie 68000 di Motorola. Parimenti accade con le altre risorse (RAM, Hard disk, CD e porte), utilizzate da ambedue i sistemi senza alcun conflitto.
A decretarne il successo è stato il fatto che non si trattava di emulare un sistema in disuso o inutile ma di usare con profitto, anche su Amiga non particolarmente potenti (dotati di 68030 25mhz), una macchina alternativa (Mac 68k) per la quale, ancora oggi, escono applicativi di vario genere e indispensabili per fini lavorativi.
Nel 1999, dopo un periodo di silenzio, è stata rilasciata una nuova versione di ShapeShifter (3.10), freeware e con supporto esteso a MacOS8.
Nel contempo Bauer, passato a BeOS e Linux come sviluppatore, ha realizzato, tra gli altri, un nuovo emulatore di Mac68k, Basilisk II, scritto in codice portabile.

Requisiti e installazione

I requisiti hardware di ShapeShifter sono sulla carta minimi e accessibili: AmigaOS 2.1, 20-50 Mb da destinare su hard disk, almeno un 68030 25 MHz e 4Mb di RAM. Per ottenere, però, risultati lusinghieri sarà bene munirsi di 68040/60, 16 Mb di RAM (meglio se 32), AGA (il chipset grafico montato su 1200 e 4000) o una scheda grafica e 150-200Mb su hard disk da dedicare ai ben più corposi programmi Mac. Comunque, pur non possedendo una scheda grafica ma a patto di avere almeno 68040 o 68060 come processore, è possibile velocizzare le operazioni di aggiornamento video su schermi gestiti dal chipset AGA con un driver chiamato Savage, che si serve della MMU integrata nella CPU.


Immagine CD-ROM multiediali: a spasso nell'universo di RadioDJ.

Dal lato Mac, invece, è indispensabile avere una copia su file della ROM Macintosh in versione 124 per modelli LC/LC2, Performa, Quadra o PowerBook, che - ricordiamo - è disponibile in duplice versione (512Kb per CPU 68020/68030 o 1024Kb per 68040). Considerando che questo materiale è ancora in commercio, l'unica via legale per ottenerne una copia sarà acquistarla presso un Centro Apple e lanciare da Mac il programma "SaveRom" (distribuito insieme a ShapeShifter) per portare la ROM su file. Ottenuta la ROM, sarà necessario installare il System7 (il sistema operativo Mac), la cui versione 7.5.3, già sufficiente a molti applicativi, è stata rilasciata gratuitamente da Apple nel 1999.
Pronto l'occorrente, inizia la fase di installazione. La prima scelta da fare è se dedicare una partizione su HD o un file disk (un singolo file che simulerà un HD) al Mac virtuale. Se da una parte il file disk rappresenta la soluzione più immediata, ma non molto idonea ad un utilizzo "serio" dell'emulatore, sarà bene usare una partizione creata su HD tramite HDToolBox (il programma di gestione e partizionamento HD per Amiga), effettuando prima un backup cautelativo dei propri dati. A questo punto, dopo aver organizzato la partizione (o il file disk), va installato in fase di avvio "PrepareEmul", un piccolo programma che riserva i primi 8Kb di memoria, zona altrimenti usata sia dal Mac e che da Amiga per librerie, puntatori e chip custom, risolvendo l'unica fonte di conflitti con con la macchina emulata.

Configurazione

Avviato il computer e lanciato ShapeShifter, si aprirà una finestra (tutta la fase di configurazione è facilitata da un'intuitiva interfaccia grafica) contenente i nomi delle sezioni da impostare.


Immagine CD-ROM multimediali: pianificare un viaggio in Brasile.

La prima, relativa ai parametri video, consente di scegliere la risoluzione e la profondità degli schermi che, in presenza di scheda video, può raggiungere senza problemi 15 o 24 bit, quantunque per limiti di Mac OS è bene non superare i 15 bit. Gli utenti di chipset AGA, invece, dovranno accontentarsi di schermi con un massimo di 256 colori.
La sezione "Volumi/dischi" contiene i parametri relativi al tipo di dispositivo scelto (hard disk, il programma ne ricaverà autonomamente le geometrie, o file disk) per un massimo di quattro, mentre la voce "Dischetti" quelli inerenti alla gestione del floppy Mac emulato.
Nel caso si volessero aggiungere nuove periferiche SCSI o IDE (CD, HD o masterizzatore) da usare in emulazione per un massimo di sette, è possibile farlo nella sezione "SCSI",un controller SCSI virtuale, indicando il nome del driver e il numero di unità della periferica. Nell'archivio di ShapeShifter è presente anche un driver generico in caso il dispositivo in possesso dell'utente non sia supportato.
Nella voce di menù seguente, "Memoria", andrà quantificata la memoria da assegnare alla "mela" emulata. In essa è possibile controllare il quantitativo esatto di RAM disponibile e impostare manualmente la cifra espressa in Kb o dare automaticamente tutta quella disponibile attivando la funzione "Massimo blocco libero".
Sono presenti, inoltre, due opzioni per definire dove e se allocare da subito, all'avvio, la ROM del Mac.
Al controllo delle porte seriale e parallela è dedicato il menù opzioni "Seriale", in cui è possibile selezionare il driver di gestione e l'unità della scheda tramite un pratico requester Amiga.
Dal menù "Rete", invece, gli utenti di LAN potranno impostare le preferenze, indicando il driver di gestione appropriato, affinché anche il Mac emulato possa essere riconosciuto e condividere le risorse.
Di carattere generico e volte a migliorare la compatibilità sono le opzioni presenti nell'ultima sezione, "Varie". Abilitando ad esempio "ROM protetta in scrittura" verrà preservato il ROM file del Mac, impedendo, su macchine con MMU integrata, possibili scritture indesiderate.
Necessaria invece a chi vuole usare il System8 sotto ShapeShifter è l'attivazione della funzione "MacOS 8 mode".
I due ultimi campi di scelta sono dedicati all'audio. In essi è possibile decidere se tenere abilitata o meno la parte sonora, usando "Paula" (il chip Amiga dedicato alla gestione dei 4 canali audio), o se impiegare AHI, un sistema di risorse audio alternativo e indipendente, che consente inoltre l'utilizzo di schede audio prodotte da terzi.

Approfondimenti

Le applicazioni

La ragione per cui l'emulazione Mac su Amiga è tanto diffusa è semplice da spiegare: Amiga, da sempre, ha sofferto della carenza di un certo tipo di software che potremmo definire "popolare", come ad esempio quello prodotto da Microsoft, Adobe o Apple stessa.


Immagine CD-ROM multimediali: il filmato QuickTime scorre fluidissimo e permette di ammirare una panoramica mozzafiato.

Il Macintosh, al contrario, dispone di molti prodotti di questo genere. Seppur in minor quantità rispetto al PC, almeno al giorno d'oggi, per i sistemi Apple esistono quasi tutti i programmi più utilizzati in campo professionale, hobbystico e, perché no, anche educativo.
Un Amiga dotato anche solo di 68040 a 25 MHz e scheda grafica, fa funzionare tranquillamente programmi quali Word, Excel o il potente DTP QuarkXPress, tanto che, in passato, la rivista Enigma, ora Amiga Life, veniva impaginata utilizzando proprio detto programma su Amiga in emulazione Mac, consentendo quindi agli operatori di fruire, in perfetto multitask, sia dell'indiscussa potenza del prodotto Adobe, sia della comodità di AmigaOS.
Ancora, il Mac, utilizzando la tecnologia QuickTimeVR (che, per ragioni di mercato, non è mai approdata su Amiga), consente di accedere a numerosi CD-ROM multimediali, enciclopedie e tracce dati dei CD degli artisti più famosi.
Chi scrive ha provato numerose applicazioni Mac ottenendo sempre ottimi risultati, anche su configurazioni minori rispetto a quella consigliata in questo articolo. Hanno dimostrato di funzionare particolarmente bene proprio i programmi della "odiata" Microsoft, in particolare Word con il suo bel correttore ortografico italiano (un sogno proibito per molti utenti Amiga), ed i CD-ROM multimediali allegati a riviste di ogni genere.


Immagine CD-ROM didattici: Venezia, la sua storia.

Con il Mac emulato è stato fra l'altro possibile navigare agilmente all'interno del primo CD-ROM multimediale di RadioDJ, così come fra le canzoni di "Amici per sempre", l'E-CD dei Pooh che nel 1996 la critica di settore ha definito come il migliore uscito nel nostro paese. E il tutto, è bene ricordarlo, in perfetto multitask con AmigaOS e le sue applicazioni.
Sul fronte educativo, vero tallone d'Achille di Amiga, ShapeShifter ha consentito di consultare senza problemi un CD-ROM realizzato dal comune di Venezia in occasione del trentennale della grande alluvione. Nessun problema per accedere alle migliaia di informazioni storiche sulla città e le sue problematiche.
Un caso curioso è rappresentato dall'ottimo vocabolario realizzato nel 1997 da Repubblica: su Amiga/ShapeShifter, con un 68040 a soli 25 MHz, funziona perfettamente. Su un PC dotato di un processore da mezzo gigahertz e Win98, oltre ad operare alla stessa velocità del citato '040, presenta seri problemi di compatibilità con l'OS.
E' nell'utilizzo in rete, però, che l'utente Amiga trae più soddisfazioni da ShapeShifter. Se è infatti vero che i programmi Amiga risultano generalmente più veloci e stabili di quelli per altre piattaforme, è altrettanto vero che essere privi di certi software significa spesso essere anche tagliati fuori da alcune attività.


Immagine CD-ROM didattici: un completo vocabolario italiano interattivo.

Grazie a ShapeShifter è possibile accedere anche a quella parte di Internet finora preclusa a chi non disponeva di programmi che, ancora una volta per ragioni commerciali, non sono stati rilasciati per Amiga. Tramite il Mac emulato gli utenti possono ascoltare, per esempio, le radio in Real Audio o seguire in diretta le imprese di Luna Rossa con l'applet Java che fornisce la telemetria delle imbarcazioni; mentre gli autori di siti web sono finalmente in grado di verificare il comportamento del proprio codice con i browser più diffusi quali Netscape ed Internet Explorer.
Qualche sorpresa la riservano anche i giochi: vista la generale tendenza del software Mac ad operare diligentemente sotto sistema operativo (a differenza di quanto accadeva su Amiga anni fa), capita che certi giochi, ad esempio la serie SimCity, funzionino meglio su un 4000 in emulazione Mac che nelle versioni originali! Miracoli Amiga.

Amiga e Mac... in rete

Abbiamo visto come l'emulazione Mac favorisca gli utenti Amiga appassionati di Internet. Esiste tuttavia un fattore che per molto tempo ha frenato l'uso del Mac per accedere alla rete: ShapeShifter, a differenza di WinUAE, l'ormai celebre emulatore Amiga per PC, non è in grado di condividere la connessione TCP del computer che lo ospita. Per usare Internet dal Mac era insomma necessario installare uno stack TCP apposito, ad esempio FreePPP, imparare a configurarlo e collegarsi alla rete da Mac, escludendo di fatto le applicazioni Amiga, una soluzione improponibile per molti.
Per ovviare a questo problema sono stati escogitati vari espedienti, a partire da una porta seriale virtuale che consentiva un collegamento PPP fra lo stack TCP del Mac e quello dell'Amiga. La soluzione, pur se complessa da realizzare e abbastanza pesante per il sistema, risultava comunque funzionale.


Immagine Utilizzo contemporaneo di applicazioni Internet Amiga e Mac.

Il vero uovo di Colombo è però un programma uscito, per altro, abbastanza recentemente. Si tratta di un driver Ethernet, anch'esso virtuale. Impostando VirtualLink, questo il nome del programma, come driver di rete nell'apposita sezione di ShapeShifter e creando una nuova interfaccia su MiamiDeluxe, il più avanzato stack TCP Amiga, diventa possibile, in pochi minuti e senza troppa fatica, realizzare una vera e propria LAN (mai il termine Local Area Network è stato più appropriato!) fra l'Amiga e il mondo Mac emulato al suo interno.
VirtualLink è in realtà composto da due driver, una che gestisce i comandi ricevuti da ShapeShifter e l'altro che effettua la stessa operazione per conto di MiamiDX. Al centro, appunto, MiamiDeluxe, che tramite la funzionalità di IP-NAT consente di accedere alla rete contemporaneamente da più di un'interfaccia (sia essa Ethernet, modem o altro).
Una volta configurati correttamente MiamiDX, ShapeShifter ed il semplice pannello di controllo TCP/IP del System Mac, diventa possibile non soltanto navigare in rete utilizzando contemporaneamente programmi Macintosh ed Amiga, ma anche godere, dal lato Mac, della protezione offerta dal firewall interno di MiamiDX e poter accedere ad eventuali altri server presenti sull'Amiga stesso o in altri sistemi appartenenti ad un'eventuale LAN.
Per curiosità abbiamo provato ad entrare su IRC utilizzando AmIRC su Amiga, IRCLE sul Mac e mIRC su un PC collegato via Ethernet, stavolta reale, all'Amiga, il tutto passando per il povero MiamiDX che non ha battuto ciglio!

Emulazione PowerMacintosh

Emulare un Mac68k risulta ancora conveniente in quanto il software per questo sistema non manca, tuttavia, già oggi, sono sempre più i programmi compilati esclusivamente per Power PC. Amiga, disponendo ormai da anni di schede accelleratrici che affiancano al 68k un processore della famiglia PPC 603/604 (presto G3/G4), non avrebbe problemi ad emulare anche un tale sistema.
Poiché lo sviluppo di ShapeShifter è terminato (l'autore ora lavora su LinuxPPC e BeOS), tutte le speranze sono affidate all'attesissimo modulo PPC di Fusion, l'altro emulatore Mac per Amiga, tuttora commerciale. I tempi di sviluppo sono stati lunghi ma sembra che ormai l'attesa sia destinata a finire. Gli utenti Amiga che hanno installato LinuxPPC (un'altra strada, forse un po’ più ostica, per ampliare il parco software), puntano invece su ShapeSheever, erede di ShapeShifter, inizialmente realizzato per il solo BeOS ed ora in fase di conversione su LinuxPPC.

Indirizzi utili

Le risorse sono state verificate e aggiornate a maggio 2019.