Il commento

E tutti a casa
sotto le coperte
qualche canzone c'è rimasta chiusa
dentro al pianoforte,
lasciamo qui gli ultimi pensieri,
buonanotte ai sognatori
agli amori nati ieri
buonanotte a chi gli farà la buonanotte.
Anche ai lupi solitari
a chi scrive contro i muri
e alla fine buonanotte ai suonatori!

Su queste parole, dall'ultimo brano dei Pooh, cantate da tutto il pubblico (che teneva anche il ritmo) e da loro, immersi fra noi grazie a una pedana davanti al palco, si è concluso il secondo concerto del nuovo tour estivo.

Un bellissimo spettacolo, insieme acustico e elettrico, iniziato due ore e quaranta minuti prima con il brano "Le canzoni di domani" e proseguito cogliendo canzoni qua e la nel quasi trentennale repertorio dei più famoso complesso italiano.

In realtà il divertimento è iniziato ancora prima quando, con il calar del buio su piazza Rizzo a San Donà di Piave, i tecnici hanno fatto alcune prove delle luci. Sono bastati pochi istanti per far capire ai più attenti che ci si trovava di fronte a qualcosa di nuovo, impressionante. Non erano i "soliti" fari coloratissimi e in grado di dilatare le immagini cambiando le proporzioni di oggetti e persone o le consuete luci rotanti (comunque presenti e utilizzate), belle ma ormai note.

Due torri laterali contenenti fari e amplificatori hanno iniziato a illuminare con luci molto vive alternativamente il palco, il pubblico e gli alberi sovrastanti. In questo senso la coreografia naturale del luogo ha contribuito alla resa dell'effetto scenico. Successivamente il portellone che chiudeva il palco stesso è stato illuminato da... figure geonetriche colorate ed effetti degni di un caleidoscopio! Incredibile... ed era solo un assaggio!

Alle 21 e 40 circa si spengono le luci, parte un assolo di chitarra elettrica e fra i fumi si "apre" il palco. La "macchina della musica" è partita e come d'abitudine cori ed applausi abbondano.

Il palco si trova in un container di 16 metri. L'idea nasce dall'esperienza Telethon in cui i Pooh per due giorni hanno suonato in diverse città italiane esibendosi su un vagone opportunamente adattato. Davanti al palco si trovano una piccola passerella e una pedana, letteralmente "immersa" nelle prime file degli spettatori!

Gli strumenti sono così disposti: a sinistra la batteria "classica" di Stefano D'Orazio seguita da uno spazio per Red Canzian e il suo basso; al centro del palco la tastiera di Roby Facchinetti; a sinistra Dodi Battaglia e la sua chitarra; infine l'angolo acustico di Stefano con tubolari, batteria acustica, tamburi, xilofono e campanelli vari. In alcuni momenti del concerto si aggiunge sulla pedana il pianoforte contenente una tastiera che Roby utilizza da qualche anno.

Una curiosità: l'ambiente dello spettacolo è completamente gestito dai Pooh. Sedie, transenne, delimitatori, palco, regia luci e audio, torri di fari e amplificatori arrivano su camion, vengono installati, utilizzati e poi smontati in poche ore. Addirittura alcune componenti come il palco sono veri e propri automezzi a cui viene soltanto tolta la motrice!

Anche quest'anno i quattro sono dotati di radiomicrofoni Shenneiser che concedono loro la piena libertà di movimento sul palco e sulla pedana, chiamata "piazzetta dell'incanto" o, da Dodi, "piazzetta del tombino", a causa della botola ivi presente! :-)

Già dall'inizio le luci che poco prima ci avevano stupito hanno lasciato molti a bocca aperta. Non erano limitate a disegni statici ma creavano veri e propri "frattali" ed effetti "al plasma" sul palco, complice il portellome dello stesso che aperto funziona da estensione del tetto. (in pratica era come vedere i plugin di Winamp, NdGF nel 2005)

Durante lo spettacolo poi i riflettori sono stati puntati anche sul fumo (ghiaccio secco) precedentemente "sparato" sul pubblico, estendendo virtualmente il palco a tutta la piazza e regalandoci effetti davvero validi compreso il look "città in pieno inverno"!

Venendo all'aspetto musicale, bisogna dire che è stata scelta una scaletta abbastanza varia, spaziando fra i diversi generi attraversati dai Pooh negli anni. Suonati quasi tutti i brani presenti nell'album live "Buonanotte ai suonatori", alcuni in versione acustica con violoncello, contrabasso, xilofono, mandolino ed altri con chitarrona elettrica, sintetizzatore e basso. Cito fra i tanti l'intera suite (13 minuti!) di "Parsifal", "La ragazza con gli occhi di sole", "La mia faccia", "Stare senza di te", "Maria Marea", "Ci penserò domani" e "Noi due nel mondo e nell'anima".

Un momento molto intenso è coinciso con'esecuzione di "Senza musica e senza parole" ("E mi ricordo che stavamo bene e bene riempivamo i nostri giorni / ma i giorni messi in fila fanno tempo e il tempo fa cambiare...") cantata in coro da tutto il pubblico nonostante l'atmosfera musicale intimista. Una bella sensazione davvero, anche perché da qualche tempo quella canzone mi è molto cara e cantandola assieme ad altre migliaia di persone e a Dodi Battaglia ho ripensato alla ragione per cui è diventata tanto importante...

Naturalmente non sono mancati gli intermezzi in cui ognuno dei Pooh raccontava curiosità ed esperienze passate. C'è stato anche un imprevisto: durante "Dammi solo un minuto" il pianoforte di Roby ha deciso che era giunta la sua ora e se n'è andato in pace! I quattro hanno affrontato la cosa con ironia, facendo divertire tutto il pubblico forse più che negli interventi preparati. Nulla di grave, morto un "pianosky" (eh ad avere i tecnici russi...) se ne "recupera il cadavere" e si utilizza la tastiera già in scena.

Fra gli altri brani "Solo voci" (incisa "a cappella" nel 1983 e riesumata dopo la vittoria a Sanremo dei Neri Per Caso), la riedizione "heavy" della storica "Per quelli come noi" (1966, primo loro album!) con un Facchinetti in versione urlatoria, "Nel buio", "Piccola Katy" (con un attacco di chitarra elettrica e batteria che piacerebbe a molti rockettari :-) e "In silenzio" ("...ma se il fuoco fra di noi non si è spento... io con te ritornerò..."), tutti successoni Pooh degli anni '60.

Per il gran finale hanno regalato l'ormai irrinunciabile medley acustico con "Quello che non sai", "Linda", "La mia donna", "Alessandra" (Roby che suona la fisarmonica ha scatenato il delirio nel pubblico!) e "Nascerò con te", tutte cantate sulla pedana (quindi in mezzo a noi!) usando solo due chittarre acustiche. A seguire, dopo i ringraziamenti a tecnici, pubblico e sponsor, le immancabili "Uomini soli", "Tanta voglia di lei" (evvai con i cori!) e "Pensiero" che come sempre scatena il pubblico, per altro sapientemente illuminato da proiettori di luce simili a fari antibebbia!

Ultimo brano eseguito "in 5000", "Buonanotte ai suonatori", cantata con loro, da loro per noi e da noi per loro in un'intrecciarsi di luci e cori indimenticabile. Un altro concerto se ne va e per salutarci arrivano in sottofondo le note di "Ancora tra un anno", il brano che da decenni chiude gli spettacoli di questo immenso complesso.

Tecnicamente è stato un buono spettacolo, ma con qualche problemino. La prima del sei luglio a Trieste con annessa Bora ha portato un bell'abbassamento di voce a Red che comunque è riuscito ad esibirsi più che dignitosamente "grazie al cortisone ma soprattutto al vostro affetto" (parole sue), affetto espresso in forma di cori d'appoggio più forti del solito. Buona l'esibizione di Roby che dall'anno scorso ha recuperato energie e ci ha fatto impazzire con le sue potenti doti vocali. Giudizio positivo anche per Dodi Battaglia, in forma e sempre un maestro alla chitarra, come ha dimostrato soprattutto in "Parsifal" e "Senza musica e senza parole". Grande anche Stefano D'Orazio, il cui microfono però mi sembrava leggermente mal equalizzato...

In definitiva mi sono davvero divertito. L'atmosfera sempre amichevole (i fan dei Pooh sono pacifici, lo sanno anche i ragazzi della security che accettano volentieri di scherzare e scambiare due parole durante l'attesa fuori dai cancelli), le belle canzoni, la professionalità e la simpatia dei Pooh rendono ogni concerto un momento di unione e di gioia da ricordare. Che sia la prima volta o che si rinnovi, come nel mio caso, un incontro ormai abituale.

Grazie Pooh!